La propoli
‘Non è a caso che le api, nelle loro dimore, spalmano a gara fessure anche minime con la cera, riempiono i buchi di resina tratta dai fiori e conservano proprio per questo impiego un glutine da loro raccolto, più colloso del vischio e della pece’.
Virgilio, quarto libro delle Bucoliche
Il nome ‘propoli’ avrebbe due possibili origini.
Per alcuni ‘pro-polis’ (‘a vantaggio della città’) deriva dal greco e indica l’uso di tale miscela in apparenza grezza per proteggere l’alveare dagli intrusi e riparlo dai danni subiti.
Secondo altri l’origine sarebbe latina ‘pro-polire’, che significa ‘per pulire’ e allude all’utilizzo della propoli per verniciare l’interno e l’esterno dell’alveare.
Entrambe le accezioni della parola possono essere applicate all’uso che ne prevede l’impiego sia per ridurre le manifestazioni stagionali da raffreddamento, sia per ristabilire l’integrità delle mucose e del sistema difensivo, a livello delle porte d’accesso, nei confronti di potenziali aggressori che ne minacciano la sicurezza.
Si tratta di una sostanza resinosa aromatica, generalmente di colore marrone brillante con sfumature dal giallo al nero, che le api operaie anziane più esperte elaborano, in primavera, dalle gemme di alcuni alberi e dalla corteccia di conifere: betulle, pioppi, olmi, salici, querce, ippocastani, frassini, pini, abeti. La masticazione e le secrezioni salivari delle api trasformano queste resine utilizzando cere e polline per preparare la propoli.
E’ sorprendente come nonostante i 30.000 abitanti, con 35° di temperatura, un volume pari a 50 litri, l’elevata concentrazione di zuccheri e un tasso di umidità che può raggiungere il 100%, l’alveare si mantenga praticamente asettico, grazie alla pellicola di propoli che riveste le sue pareti.
La composizione chimica della comprende più di 300 sostanze, di cui ne sono note circa 150. La propoli contiene essenzialmente dei composti aromatici con molti flavonoidi, acidi aromatici, fenoli, composti terpenici, acidi grassi, micronutrienti (vitamine A, B1, B6, C, E, PP, rame, manganese, ferro, calcio, silicio).
Tuttavia l’abbondante presenza di cere comporta il rischio di favorire la comparsa di possibili reazioni allergiche, conseguenti alla sua assunzione, soprattutto in soggetti allergici ai pollini. Le cere, inoltre, ostacolano l’azione dei principi attivi della propoli riducendone l’attività. Per tale ragione si è provveduto a rimuovere le cere per evitare fenomeni allergici, aumentare il potenziale difensivo e ottimizzare la qualità degli estratti di propoli disponibili in commercio.